Letture golose

Il Barbaresco: il vitigno

Febbraio 7, 2013

Il Barbaresco è vino “unico”, particolarissimo, irripetibile, che trova nella sua area di produzione dai confini trattenuti, dal clima freddo-temperato specialissimo, dal terreno giustamente fertile, dall’uomo saggio e capace di creare meraviglie, gli attributi indispensabili per essere quello che è quello che solo in questo modo può essere. È un vino piccolo per quantità di produzione.

Barbaresco è il paese, Barbaresco è anche il vino: un connubio inscindibile, che trae le sue origini nella storia, nell’intelligente operosità di uomini come Domizio Cavazza, che hanno capito che la fortuna di un vino, oltre che nei suoi caratteri speciali, sta anche nel poter avere un nome che indichi le sue origini, la terra da cui trae il suo principio e la sua essenza.

Il Barbaresco, oggi, è nell’Olimpo dei vini: è uno dei quattro italiani ad avere avuto per primi, nel 1981, il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Fin dal 1966, ha un suo “disciplinare di produzione”, che detta le norme per produrlo, partendo da come va impiantata e coltivata la vigna, a come va vinificata l’uva ottenuta sui tralci della vite, a come dev’essere conservato in cantina questo prodotto che ogni giorno assume sfumature nuove dovute ad un lento, ma determinante processo di trasformazione.

La zona di produzione

Barbaresco

Photo ©Tom Hyland

La zona di produzione, delimitata per la prima volta ufficialmente nel 1933, è formata dai comuni di Barbaresco, Treiso e Neive e da una parte della frazione di San Rocco Seno d’Elvio, oggi appartenente al Comune di Alba.

In questa zona, il vitigno Nebbiolo, certamente il più prestigioso ed aristocratico d’Italia, viene messo a dimora solamente sulle colline e, su di esse, occupa solamente i versanti più solatii: Est, Ovest e Sud. Su queste colline, il cui terreno si presenta particolarmente fertile e ricco di sostanza organica e di microelementi, il nebbiolo compie il suo ciclo vegetativo in più di sette-otto mesi, precedendo tutti gli altri nel “tirar fuori” le gemme e seguendoli tutti nel cedere le foglie al terreno. Mesi e mesi di duro lavoro per il viticoltore, di cure intensissime, di pericoli di avversità atrnosferiche e patologiche.

Il vitigno

Il nebbiolo, da vitigno aristocratico qual’è, si comporta da soggetto particolarmente esigente in fatto di terreno, di clima, di esposizione. La potatura, la legatura, la spollonatura, la rilegatura, i trattamenti alla pianta e le lavorazioni al terreno, la pettinatura dei tralci, le continue cure di potatura verde, sono le fasi principali dei lavoro di queste vigne prima di giungere al momento dei raccolto.