Era una notte buia e fredda e il medico condotto di Perletto era andato a letto presto. La servitù lo svegliò per avvertirlo che c’era bisogno di lui fuori paese. Il dottore fece preparare la carrozza, attaccò i cavalli e partì. In aperta campagna sentì una voce infantile provenire dal fossato della strada. Fermò i cavalli e scese a controllare. Nel fossato trovò un bambino di pochi mesi, nudo e piangente. Raccolse la piccola creatura e la riparò sotto il suo ampio mantello. Poi proseguì verso la sua destinazione. In quel momento suonò l’Ave Maria e il dottore si fece istintivamente il segno di croce. Lo assalì una folata di vento gelido e sentì una voce che gridava: “Uccidilo, uccidilo”. Il bambino che aveva raccolto rispose a quel misterioso interlocutore: “Non posso, si è fatto il segno di croce, questo disgraziato”. Il medico condotto sentì il sangue raggelarsi e aprì il mantello. Un piccolo mostro deforme si librò nell’aria e scomparve.
Una coppia di sposi ebbe una sola figlia e per di più muta. La ragazza ebbe la disgrazia di perdere sua madre quando era ancora giovane. Prima di morire, la donna raccomandò la figlia al marito e lo pregò di volerle bene. L’uomo, invece, si risposò e cominciò a maltrattare la figlia, d’accordo con la sua nuova sposa. La ragazza venne tenuta rinchiusa e morì di fame, triste e infelice. Quella sera si videro i pidocchi allontanarsi in fila dal cadavere, i letti delle sorellastre ballare, si udirono urla e sonori ceffoni colpirono all’improvviso tutti gli abitanti della casa. La matrigna della ragazza morta andò dal parroco del paese e fece dire tante messe finché bastarono.
Tratti da: D. Bosca, B. Murialdo, L. Carbone Racconti di Masche – Famija Albeisa 1979
Foto di Bruno Murialdo (www.brunomurialdo.com)