Arte e cultura

Uno specchio dei tempi il Festival della TV 2025 a Dogliani

Giugno 19, 2025

Splendide giornate di sole, facciate e campanili barocchi e buon cibo locale hanno fatto da sfondo al Festival della TV di Dogliani, giunto nel 2025 alla sua quattordicesima edizione

L’atmosfera rilassata langhetta dà modo di distendere la mente e di aprirsi a riflessioni che vanno molto oltre la sola televisione.

L’atmosfera rilassata langhetta, vero toccasana se si è sciaguratamente abituati alle calche soffocanti di altre manifestazioni, dà modo di distendere la mente e di aprirsi a momenti e riflessioni che vanno molto oltre la “sola televisione” e le sue trasmissioni, e che ci aiutano a comprendere meglio il mondo che la TV si prefigge di raccontare.

A un solo weekend di distanza dall’imponente macchina del Salone del Libro, il Festival ha saputo ritagliarsi il suo spazio e comunicare la sua personalissima visione a tutti i visitatori.

Un punto di riferimento

Con un programma ricchissimo e ospiti importanti, il Festival ne ha fatta di strada dalla sua prima edizione nel 2012, e oggi è un punto di riferimento fondamentale per gli appassionati di intrattenimento televisivo, e non solo.

Sempre ricettivo e pronto a intercettare tutto ciò che porta innovazione nel piccolo schermo, il Festival ormai da anni è consapevole narratore anche dei “nuovi media” – da internet ai social media.

TV a 360 gradi…

Nulla sfugge agli occhi meticolosi di chi organizza il Festival, e così, anche nel 2025 chi si aspettava di incontrare i protagonisti dei programmi TV più chiaccherati degli ultimi tempi non è rimasto deluso.

Dalle stelle consolidate di Masterchef, format ormai senza tempo, a quelle nascenti di Casa a prima vista, serie dal recente ma indiscusso successo.

Il Festival della TV si è riconfermato capace di andare oltre il classico e il popolare: musica, serie, radio, podcast… ogni sfumatura dell’intrattenimento ha trovato il suo spazio.

Dalle autorevoli voci della cultura e dell’informazione, come Antonio Padellaro e Gad Lerner, al nuovo volto della divulgazione storica: il doglianese Aldo Cazzullo, che con un bel reading su “La Bibbia” e il suo Una giornata particolare ha vinto una sfida e dimostrato come sia possibile avvicinare il grande pubblico ad argomenti di un certo spessore.

E poi anche chi la cultura oggi la fa su nuove frontiere, come il giovanissimo influencer Edoardo Prati, altro ospite a Dogliani

…e non solo

Il Festival si è riconfermato capace di andare oltre il classico e il popolare. Musica, serie, radio, notizie, podcast. Ogni aspetto di ciò che è intrattenimento nel 2025 ha trovato il suo spazio, con interventi in grado di rivelarne sfumature e retroscena, nonché l’immenso lavoro che spesso ne sta alla base.

Uno specchio dei tempi

Se come affermato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis durante un suo intervento nella giornata di sabato 24 maggio, la TV oggi non può muoversi alla velocità supersonica dei social media, ma può e deve approfondire e spiegare, il Festival della TV 2025 si è reso profonda manifestazione di questa tendenza.

Ha parlato a tutti, ha spiegato e approfondito. Mostrando il lato umano e reale di chi siamo abituati a vedere dietro uno schermo

In un mondo sempre più complesso come il nostro, il Festival è stato più che un semplice fotogramma della televisione contemporanea. Ha parlato a tutti, ha spiegato e approfondito. Mostrando il lato umano e reale di chi siamo abituati a vedere dietro uno schermo, ci ha fatto empatizzare, ricordato in cosa crediamo e perché lo facciamo.

Una visione corale e aperta

Se oggi i social media ci inducono a una visione del mondo forgiata dai nostri interessi e i palinsesti TV sono spesso troppo politicizzati, tra le strade di Dogliani le voci erano variegate, diverse, contrastanti.

Tra le strade di Dogliani le voci erano variegate, diverse, contrastanti: la manifestazione le accoglieva tutte, gli dava spazio.

La manifestazione le accoglieva tutte, gli dava spazio, permetteva al visitatore di scegliere e, come da tema di quest’anno, di ritrovarsi e ritrovare chi, dietro agli schermi, condivide le nostre idee.

E però, grazie alla sua natura di evento all’aperto, il Festival concedeva anche la possibilità di esplorare e mettersi in discussione, di entrare in contatto con ciò che l’algoritmo esclude dai nostri paradigmi.

Chissà che allora, sorseggiando un caffé al bar di piazza Umberto I, qualcuno non si sia ritrovato ad ampliare i propri orizzonti

Una cornice ben valorizzata

Le manifestazioni come questa sono anche un’occasione imperdibile per raccontare e far conoscere un territorio, e si può affermare con certezza che Dogliani e le Langhe abbiano trovato nel Festival della TV il loro migliore alleato

Atmosfera rilassata, dicevamo. Sì, perché le Langhe sono soprattutto agricoltura e campagne nel popolar immaginario, oasi di curata armonia naturale e luogo dove ritrovare tradizioni e scoprire innovazione e modernità.

Uno scenario memore di una vita lenta che, seppur forse solo più un miraggio, con la sua suggestione riesce a riconnettere i visitatori con le loro radici.

Il fitto programma del Festival e le sue location, diffuse tra la parte alta e quella bassa del piccolo borgo di Dogliani, hanno permesso come sempre di assaporare un po’ di atmosfera langhetta, di riempirsi gli occhi di colline verdeggianti, di vitigni perfettamente allineati e dell’architettura piemontese fatta di bianche facciate, piccoli mattoncini ordinati e cupolette.

Il Festival si è integrato perfettamente con lo sfondo delle Langhe, l’uno senza disturbare l’altro, ma valorizzandosi vicendevolmente

Una passeggiata culturale, potremmo allora definirla, scandita da profumi e sapori che ci ricordano quanto questa terra ospitante abbia da offrire. Impossibile non cedere alla tentazione di ordinare un calice di vino o di cercare il posto perfetto dove acquistare qualche prelibatezza locale o consumarla sul posto. Girovagando per i vicoletti dipinti e coloratissimi di Dogliani, l’impressione è che il Festival sia riuscito a integrarsi perfettamente con lo sfondo delle Langhe, l’uno senza disturbare l’altro, ma valorizzandosi vicendevolmente.