Germinale: direction to

La scultura luminosa Direction to di Emilio Ferro si presenta come un segno essenziale che diventa ponte tra spazio fisico e dimensione interiore.

Non indica solo una direzione geografica: invita a riflettere sul proprio cammino, trasformando la freccia in simbolo di memoria, desiderio e aspirazione.

Una guida silenziosa

L’opera celebra il flusso vitale che attraversa ogni essere, trasformando il movimento cosmico in metafora del viaggio umano.

È una guida che illumina non soltanto la strada, ma la traiettoria esistenziale di chi la osserva.

Biografia

Nato nel 1988, Emilio Ferro unisce luce, suono e arti visive in installazioni di light art che deformano la percezione dello spettatore.

Dopo la formazione tra Torino e Berlino, ha realizzato opere in Italia e all’estero: dal Portal of Light alle Piramidi di Giza a Miracle, installazione permanente accanto al Santuario di Vicoforte.

Nel 2024 ha esposto alla Biennale Light Art di Mantova e alla Biblioteca di Alessandria, confermando una ricerca che intreccia natura, tecnologia e visione poetica.

Location

La Chiesa dei Batù, edificata nel Seicento nel borgo storico di Vignale, era dedicata alla Purificazione di Maria Vergine e legata alla Confraternita dei Battuti Bianchi, attiva per secoli nelle pratiche religiose e caritative.

Sconsacrata nel 1977 e segnata dal crollo della volta nel 2011, dopo anni di degrado è stata consolidata e oggi torna ad accogliere eventi culturali.

Il festival

Germinale è un festival di arte contemporanea che prende forma come mostra diffusa, portando opere e installazioni dentro borghi storici, palazzi antichi, chiese sconsacrate e paesaggi del Monferrato.

L’esperienza non si limita alla visione: accanto alle esposizioni trovano spazio performance, residenze artistiche, workshop e pratiche partecipative che invitano il pubblico a un incontro attivo con l’arte.

Il tema

L’edizione 2025, in programma dal 12 settembre al 12 ottobre, è dedicata al tema dell’alimurgia.

Il termine, nato nel Settecento, indica l’uso delle piante selvatiche commestibili come risorsa in tempi di carestia.

In chiave artistica diventa una metafora che richiama la resilienza, la capacità di valorizzare ciò che nasce ai margini, la riscoperta di saperi antichi e di forme di vita spesso invisibili.

Un intreccio tra arte e territorio

Ogni artista dialoga con un luogo preciso, facendo emergere le relazioni tra opera, paesaggio e memoria collettiva.

Il festival diventa così un invito a percorrere i borghi del Monferrato in chiave nuova, dove l’arte contemporanea si intreccia con la storia e con la natura che da sempre definiscono il territorio.