Germinale: liridi e pagina

Le opere di Antonio Violetta sembrano oscillare tra il gesto consapevole dell’artista e la loro capacità di apparire come forme autonome, capaci di crescere alla sua vista quasi per autogenerazione.

L’inchiostro diluito sulla carta scorre e muta come onda o respiro d’aria, per poi essere fissato dall’oro, simbolo di un equilibrio fra luce e buio, fra mutevolezza e durata.

Liridi e pagina

In Liridi, il segno si pronuncia con voce lieve nel silenzio siderale, rivelando un’immagine che resta sospesa fra astratto e figurativo.

In Pagina, invece, la terra modellata dall’artista si trasforma in bronzo: la materia si irrigidisce e diventa memoria, mentre la foglia d’oro attraversa le sue asperità rendendo visibile la forza luminosa della forma.

La poetica

Per Violetta l’arte è tensione vitale, necessità di trasformare la materia e insieme di opporsi alla caducità. Scrive Alessandra Rizzi: “Che cosa è l’arte se non l’obbligo di non morire?”

Biografia

Nato a Crotone nel 1953, Antonio Violetta ha partecipato ad appuntamenti di rilievo internazionale come la Biennale di Venezia, la Documenta di Kassel, la Quadriennale di Roma e la Prospect di Francoforte.

Ha esposto in musei e gallerie in Italia e all’estero, con opere oggi presenti in collezioni pubbliche e private, oltre a sculture permanenti installate in Italia e in Giappone.

Vive e lavora a Bologna.

Location

La Quasi Fondazione Carlo Gloria, cuore dell’iniziativa di Germinale, dal 2023 promuove attività sociali, artistiche e culturali.

La sede, ospitata nello storico borgo del Castello di Rinco di Montiglio, si articola su due livelli con ampi spazi espositivi, inseriti in un edificio in mattoni a vista che racconta la stratificazione storica del luogo.

Il festival

Germinale è un festival di arte contemporanea che prende forma come mostra diffusa, portando opere e installazioni dentro borghi storici, palazzi antichi, chiese sconsacrate e paesaggi del Monferrato.

L’esperienza non si limita alla visione: accanto alle esposizioni trovano spazio performance, residenze artistiche, workshop e pratiche partecipative che invitano il pubblico a un incontro attivo con l’arte.

Il tema

L’edizione 2025, in programma dal 12 settembre al 12 ottobre, è dedicata al tema dell’alimurgia.

Il termine, nato nel Settecento, indica l’uso delle piante selvatiche commestibili come risorsa in tempi di carestia.

In chiave artistica diventa una metafora che richiama la resilienza, la capacità di valorizzare ciò che nasce ai margini, la riscoperta di saperi antichi e di forme di vita spesso invisibili.

Un intreccio tra arte e territorio

Ogni artista dialoga con un luogo preciso, facendo emergere le relazioni tra opera, paesaggio e memoria collettiva.

Il festival diventa così un invito a percorrere i borghi del Monferrato in chiave nuova, dove l’arte contemporanea si intreccia con la storia e con la natura che da sempre definiscono il territorio.