Arte e cultura

I Conti Rangone

Gennaio 7, 2012

I Conti Rangone furono la più importante dinastia di Montelupo Albese.

Ebbero possedimenti e palazzi in Montelupo, Diano e Alba, città dove solevano risiedere e della quale, nel corso del ‘700, divennero una delle più importanti e facoltose famiglie.

Nascita di una casata

Le prime notizie certe sui Rangone di Montelupo risalgono alla metà del XVII secolo, quando Filippo Buriano, conte dal 1674, ottenne dal marchese Giulio Rangone il cognome di quest’ultimo.

Filippo Buriano-Rangone consegnò Montelupo (che aveva acquistato nel 1669) alla sorella Cecilia Zocca di Diano, da cui discende il ramo della casata che tenne il feudo di Montelupo.

Il figlio di Cecilia Zocca, Carlo Filippo, divenne il primo conte Rangone di Montelupo nel 1686. Fra i suoi discendenti illustri, la casata dei Rangone di Montelupo diede i natali allo storico Melchiorre Rangone e all’ingegnere Carlo Francesco.

Il primo fu erudito e amante dell’antichità, maestro del grande erudito settecentesco Giuseppe Vernazza. Il secondo prolifico architetto, le cui opere si possono ancora oggi ammirare in molte chiese e palazzi dell’Albese.

Melchiorre Rangone (1734 – †)

Melchiorre Rangone dedicò la sua vita agli studi. Fu grande cultore di antichità, esperto di numismatica e araldica, paziente ricercatore di genealogie illustri.

Sotto i suoi insegnamenti e le sue cure crebbe la vorace curiosità e l’attenzione per il passato del barone Giuseppe Vernazza, uno dei più illustri eruditi del ‘700 cui si devono una serie sconfinata di notizie storico-archeologiche sul passato del Piemonte e dell’Albese.

La fama di Melchiorre Rangone e Giuseppe Vernazza giunse anche ai Duchi di Savoia, che li incaricano della ricerca di documenti inerenti la storia della Real Casa.

Carlo Francesco Rangone (1721-1788)

L’ingegnere Carlo Francesco Rangone venne investito conte il 19 maggio 1744 e titolato successivamente nel 1778.

Fu ingegniere del genio militare Sabaudo e figura di rilevo nella vita cittadina di Alba, dove aveva preso casa.

Entrato a far parte della Confraternita dei Pellegrini (congregazione di laici che partecipavano e animavano i riti e le funzioni religiose e si dedicavano a opere di beneficenza e solidarietà) ne fu priore per due volte, nel 1757 e nel 1778.

È in questo periodo che la famiglia Rangone si distingue quale illustre casata dell’Albese, attiva nella vita politica e sociale come in quella culturale.

I Rangone, ad esempio, in collaborazione con altre famiglie nobiliari acquistarono e resero illustre il Teatro Civico di Alba, e nel 1783, in occasione della visita dei Savoia, furono tra i primi ad essere invitati al banchetto reale.

Opere

Il conte Francesco Rangone fu architetto e disegnatore.

Dopo il servizio militare si dedicò a progettare chiese e palazzi ancora oggi visibili in diverse località delle Langhe e del Roero, specie in quei paesi che facevano parte del circondario della città di Alba.

Diano d'Alba

A oggi al Rangone vengono attribuiti i seguenti progetti:

  • la monumentale parrocchiale di Diano d’Alba, dedicata a San Giovanni Battista ed edificata nel 1763
  • la parrocchiale di San Lorenzo di Rodello del 1766
  • la massiccia chiesa dei Santi Cosima e Damiano in via Vittorio Emanuele ad Alba (1786)
  • il coro della parrocchiale di San Giovanni Battista di Barbaresco, del 1789

Al conte Francesco Rangone si fanno risalire anche i lavori di ristrutturazione del Castello di Monticello (eseguiti nel 1786) e a suo figlio, Carlo Emanuele Rangone, sono da attribuirsi i disegni del rifacimento della parrocchiale di Sinio, dedicata a San Frontiniano (1821-25).

La parrocchiale di Montelupo

Di dubbia attribuzione, infine, è la chiesa parrocchiale di Santa Maria Vergine Assunta di Montelupo, feudo dei Rangone.

La tradizione vorrebbe quest’edificio frutto dell’ingegno di Carlo Francesco, forse come omaggio all’illustre concittadino che onorò della sua opera molti dei paesi limitrofi. Ma non il proprio, a quanto pare.

Le attente ricerche archivistiche di Walter Accigliaro riportano infatti la chiesa a più umili origini.

A progettarla e a seguirne i lavori di edificazione fu, con ogni probabilità, un borghese di Alba: l’ingegner Lorenzo Bergui, i cui disegni preparatori sono conservati nell’archivio del Comune di Montelupo.

Al conte, tuttavia, possono essere attribuite le acquasantiere, che riportano la scritta: «Comes Carolus Franciscus Rangonus F(ecit) F(ieri) 1772».