Arte e cultura

Il regista albese Emanuele Caruso: dopo "E Fu Sera E Fu Mattina" grande attesa per "La Terra Buona"

Gennaio 25, 2016

Emanuele Caruso è un giovane regista albese.

Fra i molteplici lavori che ha realizzato negli anni, il film “E Fu Sera E Fu Mattina” (2014), è sicuramente quello che ha ottenuto il maggior successo : Con un budget di 70.000 € ha dato vita ad una pellicola che ha raggiunto quasi 300.000 € di incassi al cinema ed ha vinto il Premio F.I.C.E. (Federazione Italiana Cinema D’Essai) 2014 come “film indipendente dell’anno”.

E’ stato inoltre l’unico film italiano in concorso al 36th Cairo International Film Festival ed è stato anche selezionato al World Film Festival di Montrèal in Canada.

Attualmente il DVD è distribuito da Cecchi Gori Home Video ed è stato venduto in 4 stati esteri: Polonia, Slovenia, Nord America, Repubblica Ceca.

E’ in corso la campagna di crowdfunding per il suo prossimo film dal titolo “La Terra Buona”.

Manca ancora più di un mese prima della scadenza. E’ possibile sostenere il suo progetto sulla piattaforma Produzioni Dal Basso

D: “E Fu Sera E Fu Mattina” ha avuto un successo notevole. Ti aspettavi un riscontro del genere? Quali erano i tuoi pronostici prima dell’uscita nelle sale?

notturna

Totalmente inaspettato. Non avevamo in realtà pronostici. Siamo partiti dicendoci che se fossimo riusciti a vendere 1.000 biglietti, c’era da essere contenti.

Può sembrare una sciocchezza, ma pensare che 1.000 persone diverse spendano del denaro per venire a vedere un tuo prodotto “artistico”, per me non era per niente scontato.

Quando poi siamo arrivati a 1.000 pensavo che il nostro bacino si fosse esaurito. Ancora adesso non riesco a capacitarmi di quei 43.000 biglietti.

D: Ti andrebbe di spiegare in poche parole, cosa si intende per crowdfunding royalty based?

Il royalty based è quel “crowdfunding” che in cambio di una quota economica, non cede un bene fisico (come un DVD, una maglietta, una locandina, un CD, ecc…) ma cede una % sui ricavi derivanti dalla vendita al pubblico di quel prodotto.

Questa formula del “Royalty base”, che non utilizza quasi nessuno in Italia, ci ha permesso di raccogliere cifre importanti per la produzione, che non avremmo potuto mettere insieme con un crowdfunding “semplice”.

D: Puoi dare qualche anticipazione su “La Terra Buona”? Ritroveremo degli elementi in comune con il film precedente o è qualcosa di completamente diverso?

Quando ho scritto il soggetto con Marco Domenicale, in realtà non pensavo a un collegamento fra il primo e il secondo film. Sono temi diversi, in atmosfere diverse, con presupposti diversi.

Eppure chi ha letto la prima sceneggiatura mi ha detto: “Sembra che la storia riprenda dalla scena finale di “E Fu Sera E Fu Mattina”.

Evidentemente c’è un collegamento, ma ci ho pensato e l’ho capito solo dopo che altri me lo hanno fatto notare.”La Terra Buona” parlerà di una storia vera. Sarà ambientato nelle montagne piemontesi di due bellissime Valli: Val Grande (Verbania) e Val Maira (Cuneo).

Sicuramente un elemento in comune con il precedente film c’è: la presenza del territorio come uno degli attori protagonisti del film.

Per il resto si parlerà di medicina alternativa, di una vita più slegata dal denaro, di alimentazione sana e di sogni.

D: Mi è capitato di intervistare musicisti che hanno dichiarato di non essere mai pienamente soddisfatti al 100% della registrazione di un brano o di un album. Come se la “perfezione” che un artista ha nella propria testa non si riuscisse mai a raggiungere. Provi mai una sensazione analoga riguardando un tuo lavoro a distanza dalla sua pubblicazione?

Albino in piazza

Mi ritrovo perfettamente. Anche un film non esce mai come ce l’hai in testa. La perfezione forse non fa parte di questo mondo, ma quello che so di per certo, è che non fa parte di me.

I miei film e in generale le mie produzioni, un po’ per il budget che spesso limita tutto, un po’ perché arrivare preparati al 100% alle riprese – almeno per me – è impossibile, escono sempre più “sporchi” e “ruvidi” di quello che ho in testa.

Me ne accorgo subito, senza che passi chissà quale periodo di tempo. La speranza è semplicemente quella di riuscire a migliorare sempre.

D: Sinteticamente: Il bello e il brutto del tuo mestiere.

cinecamVivere ci cinema è un privilegio che pochi possono dire di avere. Vendere la propria arte e cercare di trasmettere qualcosa è forse uno dei mestieri più difficili del mondo, indipendentemente dall’arte che si sceglie di padroneggiare.

Io sono ancora in quella fase in cui sto lottando per raggiungere questo risultato. Il bello sicuramente è quello di poter vivere “vite” – “storie” – “avventure” sempre diverse. Ti puoi immedesimare in 1000 storie diverse e conoscere realtà che non pensavi esistessero.

Vivere e conoscere vite che con un’altro lavoro non avresti mai conosciuto. E poi c’è il set, che è il luogo dove le tue storie si trasformano in immagini. Il set è un’esperienza magica. Spesso devastante, faticosa, ma proprio per questo profonda ed estremamente toccante.

Il brutto è che il cinema dipende troppo, fin da subito, dai soldi. Girare un film dove si possa pagare tutti richiede comunque grandi cifre. Parliamo di 200 / 250.000 Euro almeno.

Il dover rincorrere, già in fase di scrittura del film, a questi pezzi di carta destabilizza molto, in particolare quando non porti un cognome importante vicino al tuo nome e quando vedi che non riesci a trovarli. Ti logora dentro.

Di solito è sempre questo il motivo per cui, alla fine, un film salta. Perché io oltre che regista, sono anche produttore dei miei film.

E’ una doppia anima che in realtà mi ha insegnato tanto, ma la prima di produttore destabilizza sempre la seconda, da regista. Sogno di poter trovare un produttore un giorno che sia sulle mie corde e che mi lasci pensare e dedicare anima e corpo solo alla regia.

D: Quanto ha influito e influisce il territorio dove vivi nell’espressione della tua creatività?

set esterno

Domanda importante.

Ho due concetti di “territorio”. Il territorio in quanto “luogo naturale” e il territorio in quanto “realtà delle persone che vi abitano”.

Per quel che riguarda il territorio come natura, non scambierei le Langhe e il Roero per niente al mondo. Mi trasmettono un senso di pace. Gli odori, i profumi di queste Terre sono determinanti per me per vivere bene.

Non sono in realtà troppo legato alla dimensione del vino e del tartufo che tutti, anche giustamente, decantano. Io sono un amante della Langa più selvaggia e incolta: Gorzegno, San Benedetto Belbo, Murazzano, Prunetto, ecc… Posti unici, perfetti per scrivere, per rilassarsi e per pensare. Forse posti che mi assomigliano. Casa insomma.

Poi c’è il territorio fatto di persone. Le persone delle Langhe e del Roero, tralasciando la dimensione lavorativa che merita un capitolo a parte, e dunque guardando alla dimensione umana, a me hanno sempre dato tanto, tantissimo. Mi hanno sempre guardato con occhi pieni di tenerezza.

Nel sostenermi, anche economicamente, acquistando le quote del mio film, ma soprattutto nel sostenermi moralmente, standomi vicino, perché un film è come la nascita di un figlio. Devi pensare al nome, a dargli da mangiare, a vestirlo, a fargli da scuola e a un certo punto “a lasciarlo andare” e camminare con le sue gambe.

E in questo non mi trovo ad essere l’unico genitore, ma con me ci sono tanti padri e madri, fratelli, amici, zii e nonni che a turno si caricano un po’ delle mie fatiche per permettermi di respirare. Questo grazie unicamente alle persone di questo territorio. E non c’è fortuna più grande.

Dal punto di vista “lavorativo” invece noto sempre di più che viviamo in un territorio con una mentalità molto chiusa. Dove il lavoro creativo delle immagini, della formulazione delle idee, della comunicazione in generale è troppo spesso sminuito e il cui valore diminuisce di giorno in giorno.

Spendere poco per ottenere il massimo, che è un concetto che da sempre non funziona, ma che è radicato profondamente nella mentalità locale quando si parla di comunicazione per immagini.

Non credo sia un caso che, tolto alcune realtà con cui alla base è evidente un’altra filosofia aziendale, anche i miei lavori video e di comunicazione, li realizzi per realtà molto lontane al nostro territorio.