Letture golose

La Storia del Barbaresco DOCG

Gennaio 31, 2013

Forse non ha gli appellativi nobiliari del Barolo: nessun aristocratico o famiglia regale dell’Ottocento si è mosso per lui, ma è un vino tutto particolare, fratello a pari merito assoluto del Barolo.

Nato per opera di un professore della scuola enologica di Alba, il Barbaresco trova dignità commerciale per opera di piccoli imprenditori o di radicate cooperative di viticoltori.

La sua storia inizia molto lontano

Narra la leggenda che i Romani, grandi diffusori della viticoltura, arrivati nel territorio del Barbaresco tagliarono le foreste di querce sacre a Marte e piantarono le viti.

Per millenni la storia del Barbaresco non ha rilievi o fatti particolari.

Occorre arrivare sino al 1799 per festeggiare la vittoria dell’esercito austriaco su quello francese nella piana di Genola ( CN), il generale Von Melas, ordina al comune di Barbaresco di procurare una carrà di vino Nebbiolo: è un documento importante ed è la più vecchia citazione scritta che faccia riferimento a Barbaresco ed ai suoi vini.

Nel 1870 presso la Cascina Drago di San Rocco Seno d’Elvio si conserva una bottiglia con l’etichetta scritta a mano “ Barbaresco 1870”: è la bottiglia piu’ vecchia esistente con la citazione del vino e del paese d’origine.

Nel 1894 il Barbaresco inizia a diffondersi grazie a Domino Gavazza direttore delle Regia Scuola Enologica di Alba.

L’illustre professore ha un ruolo importantissimo nella nascita e diffusione del Barbaresco, acquista il castello di Barbaresco con alcune proprietà e inizia un opera di proselitismo che porta la fondazione della Cantine Sociali di Barbaresco, inizialmente sono 10 viticoltori. Purtroppo chiuderà nel 1922.

Età Contemporanea

Ad Alba nel 1934 – Nasce il Consorzio per la Tutela del vino Barolo e Barbaresco.

Nel 1958 nasce la fondazione della Produttori del Barbaresco, l’inizio della rinascita per tutta la zona. Essa riunisce diciannove viticoltori (oggi sono 63).

La ditta Gaja di Barbaresco nel 1961 decide di vinificare soltanto le proprie uve, senza acquistare più da terzi. Di conseguenza, rinuncia a produrre Barolo; il Barbaresco diventa quindi il vino bandiera per l’azienda che, tre decadi più tardi, sarà la “griffe” più famosa dell’enologia italiana.

Nel 1966 il Barbaresco diventa vino D.O.C. e nel 1980 ottiene la DOCG.

Crediti Fotografia: il_baro