Arte e cultura

Gustavo Strafforello - Mandamento di Canale

Settembre 27, 2011
Canale

Il Mandamento di Canale ed i suoi 6 comuni descritti alla fine del 1800.

Mandamento di CANALE (comprende 6 Comuni, popol. 16,634 ab.). — Ha in generale suolo molto irrigato e fertile ed è quasi tutto a colline. In molta parte di questo territorio trovasi sparsa terra magnesiaca, da cui viene estratto una specie di sale catartico, conosciuto come sal di Canale, e in altri tempi oggetto di molto consumo per uso medicinale.

 Canale (5309 ab.).

Giace presso la sponda sinistra del Borbore, a nord-ovest da Alba, da cui dista 14 chilometri. Ha annessi due sobborghi, uno superiore e l’altroCanale inferiore, e non manca di comode vie con fabbricati discreti e parecchie belle piazze, la principale delle quali è quella delta di S. Giovanni, ove si fa il mercato. La parrocchiale, antichissima e di bella architettura, è dedicata a S. Vittore. Ospizio ed Ospedale, Congregazione di carità, Asilo d’infanzia, lasciti Canestro, Bernardi ed Olivero. Antico castello, le cui porte furono demolite nel 1818. Era. munito in addietro di un altro fortilizio, detto Castel di San Pietro della Valle, che sorgeva nelle vicinanze, ma, dopo di essere stato posseduto dai Pelletta, fu distrutto durante le fazioni dei guelfi e dei ghibellini. E’ luogo molto fertile e principale prodotto del paese sono gli ottimi vini che vi si fabbricano. Filatoi di seta con molto commercio, fabbriche d’acque gassose e di laterizi.

Cenni storici. — E’ menzionato come Canales in un diploma dell’imperatore Ludovico in data dell’862. Nel 1065 la marchesana Adelaide di Susa lo donava con altre terre al vescovo Guglielmo. Più tardi venne donato dall’imperatore Federico, assieme alla valle, ad Ottone Palatino, legato imperiale presso il papa. Questi lo cedette in seguito ai conti di Biandrate, che lo tennero fino all’anno 1290, in cui passò al comune d’Asti. Questo lo cedette in parte ai Rotari, i cui discendenti lo vendevano nel 1512 ai Malabaila di Castellinaldo, che lo possedettero col titolo di contado. Dopo la distruzione del suddetto fortilizio di San Pietro della Valle venne ripartito fra i comuni di Canale San Damiano Macra e Ferrere.

Uomini illustri. — Nacque in Canale un famigerato capitano di ventura, detto Lucce, che visse nel secolo XV e combattè in varie parti d’Italia, e vi ebbero la culla parecchi scienziati e letterati, fra gli altri: Antonio Borrini, che fiorì nella seconda metà del secolo XVI e fu professore di gius civile nella R. Università di Torino ed autore di un trattato De servitiis vassalloram; il conte Gerolamo Morelli, rinomato giureconsulto e senatore; Filiberto Melica, avvocato fiscale generale a Torino, e Francesco Albi, chimico di grido.

Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 T. e Tramvia postale per Asti.

 Castagnito (1119 ab.).

Sorge in sito montuoso, tra fertili colline presso la strada provinciale d’Asti e a 7 chilometri da Canale, con parrocchiale di San Giovanni Battista, di architettura assai buona, e la chiesa dello Spirito Santo, di forma elegante, dell’architetto Carelli, nativo del luogo. Congregazione di carità. A pochi metri dalle due chiese vedonsi, sopra un riailo detto il Castello, le fondamenta di una torre che formava parte di uno dei principali castelli fra ii Tanaro e il Borbore. Grano, meliga, vino e cave di gesso.

Cenni storici. Appartenne alla città d’Asti, la quale lo diede in feudo ai Rotari o Roeri, principali suoi cittadini, dai quali il castello con la villa pigliò anche il soprannome.

Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — 132 a Guarene, T. a Canale.

 Castellinaldo (1573 ab.).

Sul pendio di un colle, cinto da colli minori e bagnato dal rivo della Madonna delle Aje, a 5 chilometri da Canale. Parrocchiale di San Dalmazzo e Congregazione di carità. Nebioli rinomati e fabbrica di laterizi.

Cenni storici.  È rammentato nel diploma imperiale di Arrigo I del 1014. a favore dell’abbazia di San Benigno di Fruttuaria, ed al tempo dei Romani esisteva già lungo la via militare da Valenza ad Asti, come mostra la tavola Teodosiana. L’ebbero poi i conti Ainoldi, che gli diedero il proprio nome, e questi estinti passò ai Malabaila, gentiluomini astesi, ed ai Damiani Del Carretto col titolo di conti.

Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 ivi, T. a Canale.

 Montà (3279 ab.).

Sta sopra un colle ridente circondato da altri, a 5 chilo-metri da Canale, con due parrocchiali di Sant’Antonio e di San Rocco, e poco lungi un santuario venerato detto del Santo Sepolcro. Congregazione di carità. Nella parte più elevata trovasi la piazza della parrocchia e più al basso una contrada amplissima, fiancheggiata da una parte da un breve passeggio pubblico ombrato da acacie. Notevole soprattutto un grandioso castello dei Morra di Lavriano, ultimi feudatari, i quali lo riattarono ed abbellirono internamente, ornandolo esternamente di vaghi giardini e di amene passeggiate. Uno stupendo salone di altezza straordinaria sta nel centro di cotesto castello, i cui appartamenti sono assai bene distribuiti, con begli stucchi e lodati freschi. Frumento, uve, frutta, gelsi, tartufi e terra pregna di sale catartico.

Cenni storici.  Sorse nella seconda metà del secolo XIII, verso la fine del quale, vale a dire nel 1290, i conti di Biandrate, che n’ebbero dapprima il possesso, lo concederono agli Astesi in un con tutta la vallea di Canale, che lo venderono, nel 1366, ai figli di Umberto Rotario, ai quali rimase sino al 1445. Fu poi acquistato dai Malabaila, quindi passò per maritaggio al conte Tommaso Isnardi di Sanfrè, i cui discendenti presero anche il titolo di conti di Montà. Estinti questi, il fendo passò, per via di donne, ad altre nobili famiglie, fra cui notansi quelle dei marchesi Parella, dei Wileardel di Fleury e dei Falletti-Langoschi di Barolo.

Uomini illustri. — Carlo Giuseppe Gay, clinico valente, autore di un’opera intitolata : Febbre Popolare del Piemonte, ecc. (Torino, 1787).

Coll. elett Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P2 ivi, T. a Canale.

 Monteu Roero (2806 ab.).

In collina, a 6 chilometri da Canale, con parrocchiale semi-gotica di San Nicolò, Congregazione di carità e lascito De Giovanni. In vetta di un colle ampio castello, già della nobile famiglia Roero e quindi dei Carron di San Tommaso. Due piccole piazze. Molti fossili, boschi e vino nebiolo.

Cenni storici. Codesto luogo, detto anche Mons Cuminianus e Montacuto, era ne’ tempi antichi assai più cospicuo e popoloso. L’ebbero i conti di Biandrate, dai quali passò ai Rotari, che abitarono sempre nel castello, donde il nome di Monteu-Roero o Rotario. Estintosi un ramo dei Rotari, fu investito di Monteu il conte Gromis  di Trana, e vi ebbe poi anche giurisdizione la nobile famiglia dei Carroni di Cerrione.

Coll. elett. Cuneo III (Alba) — Dioc. Alba — P ivi, T. a Canale.

 Santo Stefano Roero (2568 ab.).

Grosso borgo su colline, fra il Borbore e il Riddone, a 5 chilometri da Canale, con parrocchiale di S. Maria di Podio e Congregazione di carità. Molti tartufi, piselli, castagne; una qualità d’uva bianca speciale molto ricercata per fare vermouth e pel taglio dei vini rossi, conosciuta col nome di Arneis.  Arenaria calcarea conchiglifera contenente varie specie di conchiglie fossili. Da certe terre ricavansi copiose cristallizzazioni di solfato di magnesia e di nitrato di potassa. Vi si trova una specie di caolino, terra gialla e terra rossa argillosa che può servire per colori ordinari e altri usi.

Cenni storici. — La celebre marchesana Adelaide di Susa donava, nel 1065, codesto luogo a Guglielmo, vescovo d’Asti ; n’ebbero quindi la signoria feudale i conti Biandrate di Porcile, uno dei quali lo vendè per 40,000 fiorini ai Roero d’Asti. Vi ebbero anche giurisdizione i Carroni di Cerrione, i Chiesa Rotario, i Gromis di Trana, i Rotario di Piea, i Rotario o Roero di Chivasso e i Roero di Castagnagnito.

Torino 1891 – La patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Cuneo – Volume 1