Letture golose

Corso di degustazione: il tatto

Gennaio 9, 2013

Il tatto, o meglio la carezza del tatto, quel senso che è il più realista fra tutti, nel vino è definito dalla lingua sulla quale, come una stoffa, esso lascia altre sensazioni: liscio o rugoso, secco o dolce, aspro o vellutato, docile o rigido, tenero o grossolano; valori tattili che il vino in diversa misura possiede.

Il vino diviene allora un corpo con la sua struttura, la sua carne ed il suo nerbo, un corpo magro o grasso, leggero o pesante, una stoffa setosa o vellutata, una figura compatta o vuota, rotonda o dura, un oggetto morbido e pastoso, sottile, tenue, a volte piccante; in breve una cosa palpabile e finalmente misurabile, una sorta di geometria nel nostro sforzo gustativo.

testi tratti da “Il barolo come lo sento io” di M. Martinelli (ed. Sagittario 1993)