Letture golose

Il gioiello dell'enologia mondiale: il Barolo DOCG

Novembre 24, 2017

Lorenzo Tablino, esperto enologo e Assaggiatore ONAV, ha degustato per noi il Barolo DOCG di Cascina Gramolere.

Il Barolo è il Re dei vini e il vino del Re, poiché era molto diffuso nelle corti europee dove spesso giungeva come dono da parte dei Savoia.

Sicuramente è un vino che non teme confronti, che Tablino preferisce definire “un gioiello dell’enologia mondiale”.

Il vitigno e la vigna

Il Barolo è prodotto con le uve del Nebbiolo, un vitigno molto antico che arrivò in Langa nel 1266. Col tempo ha saputo trovare il suo habitat esclusivo nelle Langhe, in una zona molto ristretta di appena 2000 ettari dislocati in 11 comuni differenti.

Tra questi si trova Monforte d’Alba, uno dei terroir più vocati alla produzione di questo meraviglioso vino.

Le colline di Langa devono la loro particolare composizione mineraria al mare: 150 milioni di anni fa, dove oggi si coltivano viti e noccioli, non c’era altro che mare.

Con il tempo, il fondale marino si è innalzato, dando origine a un sottosuolo ricco di microelementi: marne, calcare, argilla, arenarie, sabbie, etc.

Questo insieme ha fatto si che le Langhe divenissero terreno fertile per la coltivazione della vite e la produzione di vini di altissima qualità.

L’uva Nebbiolo si caratterizza per una maturazione tardiva, cui segue una vendemmia svolta a fine ottobre, inizio novembre, la stagione delle nebbie, da cui deriva il nome.

Il lavoro della cantina

Claudio Pressenda rispetta e valorizza al massimo il vitigno, producendo un Barolo autentico tramite lunghe macerazioni e fermentazioni.

Il periodo di affinamento avviene in legno, nelle grandi botti di rovere di Slavonia. Segue poi un ultimo periodo di invecchiamento in bottiglia, durante il quale il Barolo si arricchisce di quei profumi che lo rendono unico in tutto il mondo.

Analisi sensoriale

Il colore

Osservando il vino spicca subito il rosso granato con sfumature arancioni. Facendolo roteare si nota la viscosità perfetta. E’ un vino limpidissimo.

Il profumo

Al naso sentiamo note di goudron, tipico del Barolo. I profumi terziari indicano l’altissimo livello del vino, sicuramente di grande finezza.

Nel bouquet distinguiamo le note speziate di pepe bianco e cannella che, con un ulteriore invecchiamento evolveranno in tartufo nero e tabacco. Tutto quest’insieme di sensazioni sono la combinazione di molteplici fattori legati alla fermentazione, alla cantina, all’invecchiamento in legno e all’affinamento in bottiglia.

Il gusto

In bocca è un vino corposo, pieno, caldo, equilibrato e di grandissima persistenza. Sulle papille si riconoscono i caratteri del vitigno, del territorio, del lavoro del viticoltore.

Queste grandissime sensazioni sono ciò che lo rendono grande: il Barolo è uno dei pochi vini capaci di dare una così grande gratificazione sensoriale.

Servizio e abbinamento

Trattandosi del vino dei Re, dobbiamo prestare particolare attenzione al servizio.

Consigliamo di aprire la bottiglia circa una mezz’ora in anticipo e di versare il vino i bicchieri ampi, tipo il ballon o l’ISO. In questo modo si favorisce l’ossigenazione del vino che permette di ai profumi di svilupparsi appieno.

A tavola lo serviamo con carni importanti e lunghe cotture, come la selvaggina e i brasati, oppure con un ricco tagliere di formaggi stagionati dai sapori forti e persistenti.

La temperatura di servizio è di circa 20° C.

Invece, chi preferisse conservarlo ancora qualche anno, puoi tranquillamente riporlo in cantina per altri 10 anni. In questo periodo il Barolo evolverà tutte le sue caratteristiche: colore, profumi e sapori.

La cantina

Claudio e Carla Pressenda

Cascina Gramolere rappresenta la tipica azienda di Langa: produzione artigianale, conduzione famigliare, piccola quantità e grande qualità.

In località Castelletto a Monforte d’Alba, il titolare Claudio Pressenda produce i rossi tipici del territorio: Barolo, Dolcetto, Barbera.

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